L’Oro di Pigafetta
Le spezie nei libri antichi della Bertoliana
L’esposizione di antichi erbari e ricettari, provenienti dalle collezioni della biblioteca, vuole essere un affascinante percorso alla scoperta delle spezie a buon diritto considerate beni preziosi quanto l’oro al tempo di Antonio Pigafetta. La loro provenienza esotica, il loro utilizzo particolare, non solo in ambito culinario, ma anche farmaceutico, tanto da dar vita a una vera e propria categoria, quella degli “speziali”; rende queste piante particolarmente interessanti.
Di particolare interesse l’Herbarius, seu De virtutibus herbarum, un incunabolo vicentino stampato da Leonhard Achates e Guglielmo da Pavia nel 1491; primo esempio di erbario stampato in Italia. Ricco di silografie, cita quasi tutte le spezie allora conosciute e di ciascuna propone una breve descrizione in latino, nonché l’uso.
Ancora tra gli erbari degno di nota è: Herbario nuovo di Castore Durante medico, & cittadino romano, con figure, che rappresentano le vive piante, che nascono in tutta Europa, & nell'Indie orientali, & occidentali …Venetia : presso Michele Hertz, 1718 Ricchissimo di immagini, particolarmente curate nei dettagli, presenta tra le altre piante anche: chiodi di garofano; cannella; macis; pepe nero e pepe lungo; cardamomo; noce da cocco; zenzero; noce moscata. La prima edizione dell’Herbario nuovo fu pubblicata a Roma, nel 1585 e conobbe ben altre 11 edizioni italiane, una tedesca e una spagnola.
Quanto al codice quattrocentesco, si tratta di un erbario di provenienza vicentina, realizzato su carta e acquerellato. Il manoscritto, pur non prendendo in esame le spezie, è particolarmente interessante perché contiene, nella prima parte, un erbario figurato, comprendente 184 erbe corredate da ricette in latino cui seguono: una raccolta di ricette in volgare e infine la trascrizione dell'opera Macer floridus, un trattato botanico in versi dell'XI secolo. Il manoscritto è da annoverare tra quegli erbari definiti “alchemici” che singolare fortuna ebbero nel tardo medioevo quale testimonianza di un interesse non solo curativo nell’uso di particolari erbe.
Per quanto riguarda i ricettari, sono visibili il: Ricettario di Paulo Angelico vicentino, un manoscritto cartaceo datato 1596, che tra le altre propone la ricetta per il “Cervellato alla Millanese” dove è previsto l’uso contemporaneo di diverse spezie. E ancora l’Opera di M. Bartolomeo Scappi, stampata a Venezia da Michele Tramezzino nel 1570. Scappi, “cuoco segreto” di papa Pio V, propone diverse ricette che prevedono l’uso di una o più spezie. L’importanza di queste piante esotiche era tale che Scappi suggerisce un elenco dettagliato delle stesse e le relative quantità. Non era ammissibile che le spezie mancassero nella cucina di un signore!
Angelico, Paolo <sec. 16.> Ricettario di Paulo Angelico vicentino.
Manoscritto cartaceo; 1596
Erbario
Manoscritto cartaceo, seconda metà del sec. XV