Breve storia della Biblioteca Civica Bertoliana
Giovanni Maria Bertolo (1631-1707), per testimonianza di Giovanni Agostino Cerato, manifesta nel 1696 la decisione di donare a Vicenza, città natale, la sua biblioteca, purché essa divenga pubblica e sia accolta in un "vaso" degno di tanto deposito. L'ipotesi di donazione prende corpo nelle lettere scambiate, tra l'agosto e il settembre 1702, dalla municipalità vicentina e dal Bertolo, che mette per iscritto che la "librarìa" raccolta per soddisfare i suoi interessi professionali e umanistici "non ha havuto altro oggetto che di aumentare con deposito perpetuo la venerazione e il debito verso codesta Ill.ma Città et mia amatissima Patria".
Si decide di collocare la "librarìa" nel palazzo del Santo Monte di Pietà, in base al progetto di uno dei più valenti architetti operanti nella città, Francesco Muttoni. La fabbrica è terminata il 26 giugno 1706. Bertolo, informato del procedere dei lavori, accresce la biblioteca con nuovi volumi e la impreziosisce con legature "all'olandese". Il 7 novembre 1707, dopo un anno di malattia, egli muore senza lasciare, paradossalmente per un uomo di legge, un testamento.
Alla fine di agosto 1708 apre i battenti la Biblioteca Bertoliana nella quale, ancora oggi, sono custoditi due ritratti del fondatore: un busto marmoreo (forse di Orazio Marinali, probabilmente ultimato nel 1677) e una tela di Pietro Liberi (post 1680). La biblioteca è frequentabile "mattina e dopo pranzo continuamente" nei tre locali approntati nell'edificio di contrà del Monte. L'inventario della donazione del Bertolo elenca 8.701 opere, di cui 1.614 di argomento giuridico. Il primo bibliotecario, proposto dal donatore, è il dottor Giovanni Agostino Cerato.
A più riprese si propone, invano, di dotare la biblioteca di finanziamenti regolari, per acquistare nuovi libri, tratti dal bilancio del Monte di Pietà. Un soccorso viene dalle donazioni. Nel 1776 Alba Checcozzi dona la libreria del fratello, il defunto Giovanni Checcozzi (1691-1756), composta da 1.623 volumi, di cui molti con eleganti legature; nel 1790 Nereo Neri lascia alla Bertoliana 900 volumi di carattere scientifico appartenuti al fratello Filippo. Nel 1791 lo stato del patrimonio bibliografico, gradualmente accresciuto, è insoddisfacente.
Nel 1800 Padre Franceschini è nominato bibliotecario con l'incarico di procedere al completamento del riordino e alla riapertura della Bertoliana. Alla sua morte, nel 1803, ne eredita il ruolo mons. Ignazio Savi, teologo e bibliografo, che dura nell'incarico oltre un cinquantennio fino alla morte avvenuta nel 1857. Nel medesimo anno è nominato bibliotecario l'abate Andrea Capparozzo; sotto la sua direzione, nel 1877, si acquisisce il dono, annunciato nel 1874, del marchese Lodovico Gonzati.
Nel 1881 viene affidato alla direzione della Biblioteca l'Archivio storico comunale, detto "Archivio di Torre"; a esso si aggiungono successivamente archivi di nobili famiglie vicentine e di alcuni antichi ospedali.
Alla morte del Capparozzo, nel 1884, è eletto bibliotecario mons. Domenico Bortolan, dal 1890 affiancato dal vicebibliotecario don Sebastiano Rumor. Alla morte dell'economista, statista e senatore Fedele Lampertico (1833-1906) la sua imponente raccolta libraria (20.000 tra volumi e opuscoli) è donata alla "patria biblioteca". Il notevole aumento del patrimonio da tempo ha innescato un dibattito sulla collocazione della Bertoliana. La scelta più opportuna sembra collocare la biblioteca nello stabile del Convento di S. Giacomo, in contrà Riale, liberato dai padri Somaschi. Nel 1908 iniziano i lavori di ristrutturazione progettati dall'ing. Dondi Dall'Orologio dell'Ufficio tecnico comunale.
Il 23 gennaio 1910, all'inaugurazione della nuova sede del Convento di S. Giacomo, in cui tuttora opera la Bertoliana, sono pronunciati due discorsi. Nel primo il sindaco Dalle Mole ricorda il disagio della vecchia sede con l'atrio comune al Monte di Pietà, "ingombro di miseri, di donnacole parlottanti e procaccianti", e saluta con soddisfazione la nuova sistemazione di 240.000 volumi, 100.000 opuscoli, 20.000 buste d'archivio, approntata con la supervisione e il costante contributo del bibliotecario Bortolan e del suo collaboratore Rumor. Il secondo discorso è pronunciato da un illustre vicentino: Antonio Fogazzaro
Negli anni successivi, e in quelli più duri della prima guerra mondiale, non mancano doni importanti per l'accrescimento del patrimonio bibliotecario. Nel 1912 Giuseppe Zanella, già sindaco della città, affida alla Bertoliana la biblioteca raccolta nell'abitazione di città del fratello, l'abate Antonio Zanella (1820-1888). A più riprese, dal 1924 al 1933, l'ambasciatore Lelio Bonin Longare dona l'archivio e la libreria della famiglia Nievo, ricca di manoscritti, incunaboli, cinquecentine. Per disposizione testamentaria mons. Sebastiano Rumor, vicebibliotecario e bibliotecario della Bertoliana, lascia alla sua biblioteca, oltre a carte e volumi relativi alle ricerche da lui condotte, lettere autografe di Zanella e carteggi e minute delle opere di Fogazzaro. Nel 1930 gli eredi del bibliotecario mons. Domenico Bortolan (1850-1928) affidano alla Bertoliana le carte contenenti il frutto delle ricerche condotte dallo studioso.
Al Rumor succede come direttore nel 1929, primo laico dopo una sequela ormai secolare di ecclesiastici, Antonio Marco Dalla Pozza (1900-1967). Per sua iniziativa si chiude il catalogo a schede manoscritte iniziato dal Capparozzo e si comincia a catalogare i libri su schede dattiloscritte di formato standard internazionale; si costruisce anche il catalogo a schede per soggetti. Nel luglio 1940, poco dopo l'inizio del secondo conflitto mondiale, il materiale più prezioso è ricoverato a Villa Camerini di Montruglio (Mossano) e nel monastero benedettino di Praglia (Teolo). Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 i depositi citati sono a rischio di razzia e quindi il materiale più prezioso è murato nei sotterranei del convento di Monte Berico, a Vicenza, e nel convento serafico di Chiampo. Il materiale rimasto in Bertoliana è affidato alla custodia notturna di Giovanni Beltrame, dipendente comunale, e di due pompieri. I luttuosi bombardamenti che dal 1943 si abbattono sull'Italia e su Vicenza suggeriscono di spostare ulteriormente, a più riprese, il materiale di maggior pregio a Venezia. L'ultimo rischioso trasferimento avviene il 12 aprile 1945. Un mese dopo, a liberazione avvenuta, inizia l'incombenza opposta di far rientrare il patrimonio nella sede dell'ex Convento di S. Giacomo.
Nel dopoguerra Dalla Pozza procede a una radicale ristrutturazione della Biblioteca sotto il profilo istituzionale e nella disposizione logistica. Nasce l'idea di gestire la Bertoliana con un consorzio tra Comune e Provincia. Per ricavare nuovi spazi destinati ai magazzini librari e al pubblico, in tre successive fasi di lavoro tra il 1950 e il 1959, è spostato lo scalone d'ingresso e si procede allo sventramento delle strutture nelle ali ovest ed est dell'ex convento. Dalla Pozza è anche cosciente della necessità di un decentramento nel territorio del servizio; nel 1965 il decentramento si concreta con l'apertura della prima biblioteca succursale nel Villaggio del Sole, primo esempio di edilizia popolare postbellica.
Oggi la Bertoliana è istituzione del Comune di Vicenza: ha 3 sedi in centro storico (Palazzo San Giacomo, Palazzo Costantini, Palazzo Cordellina) e 7 biblioteche di pubblica lettura site in ognuno dei 7 quartieri della città. Il patrimonio complessivo dell’Istituzione è costituito da 3556 codici manoscritti, oltre 100.000 lettere e carteggi, circa 100.000 immagini fotografiche, 2.500 metri lineari di carte d’archivio, 850 incunaboli e da più di 450.000 documenti fra antichi e moderni. I fondi storici, rappresentati da circa 200.000 volumi, sono prevalentemente di carattere umanistico; le discipline maggiormente rappresentate sono letteratura, storia, religione, filosofia, ma sono presenti anche fondi importanti per la storia del diritto e dell’economia, specialmente locale. Considerevole per consistenza e qualità la sezione locale, costituitasi intorno al dono della biblioteca dello storico vicentino Lodovico Gonzati verso la fine del 1800, che comprende numerosi volumi antichi e di pregio. Il fondo, costituito da oltre 40.000 documenti tutti catalogati, è continuamente arricchito con nuove acquisizioni di opere di autore o di argomento vicentino. Il patrimonio archivistico negli ultimi 50 anni si è accresciuto di archivi degli scrittori vicentini del Novecento, archivi politici, archivi fotografici ed archivi editoriali.
A seguito della promulgazione della legge 142/1990 che modificava l'assetto degli Enti Locali, il Consorzio venne sciolto e la biblioteca è passata in gestione diretta del Comune di Vicenza dal 1° gennaio 1993 fino al 27 ottobre 1994. A questa data è nata l'Istituzione pubblica culturale Biblioteca Civica Bertoliana, organismo strumentale del Comune di Vicenza.
La Bertoliana si propone per quantità e qualità del patrimonio come punto di riferimento provinciale e regionale e fa parte della Rete delle Biblioteche vicentine.
Fino al 2017 è stata incaricata dalla Provincia di Vicenza, di svolgere il ruolo di centro servizi per una rete di cooperazione denominata SBPV (Servizio Bibliotecario Provinciale Vicentino) alla quale hanno aderito 85 comuni per un totale di 91 biblioteche.
Gestisce per conto della Regione Veneto l’Ufficio coordinamento del Polo SBN VIA polo pubblico regionale, che si prefigge la costituzione di un catalogo regionale delle risorse documentarie presenti nelle biblioteche pubbliche del Veneto. Questo confluisce contemporaneamente in quello del Servizio bibliotecario Nazionale, progetto promosso a partire dal 1990 dal Ministero per i Beni e le attività Culturali in accordo con le Regioni, attraverso l’ICCU (Istituto centrale per il catalogo unico e le informazioni bibliografiche).
L’Istituzione Bertoliana è stata designata dalla Regione Veneto come biblioteca destinataria del deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico editi in provincia di Vicenza (L. 15 aprile 2004, n.106). Un ruolo affine lo aveva svolto, peraltro, sin dal secondo dopoguerra.
Bibliografia
- Angelo Maria ALBRIZZI, Nuovo metodo per sistemare una pubblica biblioteca colla confutazione d'uno delli usati di A. M. A., in Vicenza, per Giovanni Rossi, 1794.
- Domenico BORTOLAN, La Biblioteca Bertoliana di Vicenza [di] Domenico Bortolan, Sebastiano Rumor, Vicenza, Tip. S. Giuseppe, 1892.
- Franco BARBIERI, Vicenza. Ritratto di una città. Guida storico-artistica [di] Franco Barbieri, Renato Cevese, Vicenza, Angelo Colla Editore, 2004.
- BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, Per una biblioteca viva : la Bertoliana negli anni 1949-1959, a cura di Antonio M. Dalla Pozza, Vicenza, Consorzio per la Biblioteca civica Bertoliana, 1960.
- BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, Donazioni 1872 - 2000, Vicenza, s.n., 2000.
- Luigi FERRARI, Di Giammaria Bertolli vicentino consultore della Veneta Repubblica, Treviso, Tipografia dell'Istituto Scuola Apostolica, 1885
- Johann Wolfgang von GOETHE, Giornale del viaggio in Italia per la signora von Stein, Torino, Einaudi, 1957.
- Raccolta di articoli, documenti e discorsi commemorativi in memoria di Antonio Marco Dalla Pozza, Vicenza, s.n., 1992.
- Risposta e disamina ragionata del nuovo metodo di A. M. A. per sistemare una pubblica libreria e della confutazione d'uno degli usati, Vicenza, dalla Stamperia Camerale, 1794.
- Sebastiano RUMOR, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, Venezia, a spese della Società, 1905-1908
- Villaggio del Sole scritti e immagini, a cura di Anna Brusutti, Antonio Ranzolin, Vicenza, Biblioteca pubblica del Villaggio del Sole, 1989