Le parole fanno il solletico
Le pazze storie di due maghi assoluti: un perfetto (e divertentissimo) inno d'amore alle parole. «Sia chiaro che è falso, nessun muro ha davvero le orecchie. Però certe volte temiamo che invece ce le abbiano, le orecchie, e allora ci mettiamo a parlare a voce molto bassa. Per parlare male dei genitori che sono di là, per esempio. E spesso ci piacerebbe parecchio essere le orecchie di un muro. Quando i genitori sono di là a parlare di noi, per esempio. Quindi, i muri hanno le orecchie, sì: è la curiosità che gliele fa venir fuori.» Tutti sappiamo che ‘buttare un occhio' o ‘chiudere il becco' non significa necessariamente lanci di globi oculari che volano da una parte all'altra della stanza e che, anche volendo, non potremmo chiudere il becco, che sia con chiodi o supercolla, semplicemente perché non lo abbiamo. Sono ovviamente modi di dire. Ma cosa succederebbe se facessimo finta? Lollo, che ha sempre ‘la testa per aria' dovrebbe recuperarla dal soffitto con una scopa, e quando la zia Frignola (sì, si chiama proprio così, è proprio il suo nome di battesimo!) si scioglie in lacrime – e credetemi, succede spesso – tutta la famiglia dovrebbe accorrere con stracci, scopettoni e mocio e asciugare quella grande pozza dal pavimento... Tante storie surreali e divertentissime per ridere insieme alla famiglia più buffa del mondo, e per buttare – appunto – un occhio sui giochi che si possono fare con i modi di dire e la nostra lingua. Se poi chi ce le racconta sono un magistrale scrittore che si chiama Daniel Pennac e un genio delle parole come Stefano Bartezzaghi, non possiamo che farci coinvolgere dal loro gioco scanzonato, divertente e appassionante. Età di lettura: da 9 anni.