"Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace", tre giorni di eventi per ricordare e costruire il dialogo
Dall’8 al 10 maggio29/04/2025

Dall’8 al 10 maggio Vicenza ospiterà "Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace", un progetto che celebra il 30° anniversario degli accordi di Dayton, con un programma di eventi tra convegni, presentazioni, mostre fotografiche, spettacoli teatrali e momenti di riflessione. L'iniziativa è promossa dall'Associazione Insieme per Sarajevo in collaborazione con La Piccionaia - Centro di Produzione Teatrale di Vicenza, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Veneto e del Comune di Vicenza, e con il supporto della Biblioteca Civica Bertoliana e dell’Istituto Nicolò Rezzara.
A presentare l’iniziativa c’erano oggi in Sala Chiesa la vicesindaca Isabella Sala, Carlo Presotto, direttore artistico de La Piccionaia, per l’Associazione Insieme per Sarajevo Carmelo Rigobello, presidente, Marco Troncon e Lucio Turra, soci, e Franco Pepe, autore del libro “Sarajevo insieme”.
«L'associazione Insieme per Sarajevo è l'esempio concreto di una pace agita – ha sottolineato la vicesindaca Isabella Sala -. Nasce in seguito a una guerra della porta accanto, e decide di creare, di aprire strade nuove. Crea legami, con famiglie che accolgono ogni anno per un periodo di serenità bambine e bambini spesso rimasti orfani, che diventano parte integrante delle famiglie del vicentino, e che oggi sono a loro volta genitori, continuando a tessere legami di amicizia e fratellanza fra Bosnia e Italia, fra Sarajevo e Vicenza. Crea opportunità di lavoro vero, con microcrediti che hanno dato speranza e possibilità a centinaia di famiglie bosniache, senza guardare alle appartenenze, superando anche confini fra paesi e popoli che trenta anni fa si combattevano. Crea nuove opportunità sociali, con progetti sperimentali per l'invecchiamento attivo, contro la solitudine e per le persone con disabilità, in Bosnia e nella Repubblica Serba (Srpska). Oggi crea, ancora una volta, uno spazio nuovo di riflessione, non a Sarajevo ma qui, fra noi, per riflettere sull'urgenza del nostro tempo, la pace, che si costruisce concretamente con progetti coraggiosi come quelli che ho brevemente citato. Occorreranno nuove associazioni di amici e amiche, pensiamo all'Ucraina e a Gaza; occorreranno progetti di ricostruzione materiale e di ricostruzione di relazioni e di speranza. L'associazione Amici per Sarajevo ha mostrato che, grazie a volontari e a Presidenti visionari e instancabili come Sante Bressan per trenta anni straordinariamente generativi, e ora con Carmelo Rigobello, è possibile. Oggi, insieme agli attori culturali del nostro territorio, la rete diventa più larga e più forte. L'amministrazione comunale è orgogliosa di essere parte di questo nuovo racconto di amicizia, cultura e pace, a cui auguriamo un futuro lungo e proficuo».
Carlo Presotto, direttore artistico de La Piccionaia, ha spiegato: «Il progetto Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace è stato costruito attraverso una progettazione condivisa a partire dalla proposta dell'associazione Insieme per Sarajevo che è stata accolta al volo dalla Piccionaia anche per un motivo storico. Nel 1996 proprio da Vicenza partì la tournée di uno spettacolo con venti attori di tutti i paesi del Mediterraneo diretto da Marco baliani che concluse la sua tournée al Teatro dell'Opera di Sarajevo durante il periodo di tutela da parte delle forze italiane. Un episodio di un impegno che da sempre vede la Piccionaia alimentare la propria creazione artistica alla sorgente delle domande che agitano la vita delle persone. Oggi come allora non riusciamo a darci ragione dei conflitti delle guerre sembra impossibile che ancora oggi avvengano tragedie come quelle che stanno accadendo in questi giorni. Oggi come trenta anni fa crediamo fortemente che il teatro sia un luogo in cui le persone dal vivo insieme possono riflettere e fare esperienza insieme di come generare un mondo migliore di quello in cui stiamo vivendo».
Carmelo Rigobello, presidente dell’Associazione Insieme per Sarajevo, ha commentato: «L’Associazione Insieme per Sarajevo da oltre trent’anni opera in Bosnia-Erzegovina. Il nostro impegno è nato quasi per caso, durante la guerra di Sarajevo, quando abbiamo avuto l’occasione di conoscere il segretario comunale della città. Da quell’incontro sono nate le prime iniziative, tra cui l’accoglienza, da parte di famiglie vicentine, di ragazzi rimasti orfani a causa del conflitto. Con il tempo quei legami si sono consolidati, fino a portarci, nel 1996, a fondare formalmente l’associazione. Da allora siamo presenti ogni anno in diverse località della Bosnia-Erzegovina, senza distinzioni di etnia o religione, portando avanti due principali linee di intervento: una orientata allo sviluppo economico, attraverso forme di microcredito per sostenere piccole attività imprenditoriali; l’altra rivolta al sostegno delle fasce più fragili della popolazione, fornendo farmaci, beni di prima necessità e assistenza diretta. Questo lavoro è proseguito con continuità per trent’anni. Recentemente, su suggerimento dell’Ambasciata d’Italia in Bosnia-Erzegovina, con cui intratteniamo da sempre rapporti molto positivi, abbiamo sentito l’esigenza di raccontare anche il “perché” del nostro agire. È così che è nato il progetto Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace. Abbiamo compreso che non basta “fare”: è fondamentale anche “comunicare”, condividere i valori che ci guidano. E uno di questi è la pace, un concetto che oggi, purtroppo, rischia di essere dimenticato o ignorato. Crediamo che la pace si possa costruire anche attraverso lo scambio culturale: l’arte, nelle sue tante forme – dalla musica alla poesia, dalla pittura al teatro – può diventare un linguaggio comune tra popoli, un ponte tra storie diverse».
Marco Troncon, socio dell’Associazione Insieme per Sarajevo ha concluso: «Il progetto “Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace” nasce da un’attività trentennale dell’associazione Insieme per Sarajevo, un’attività importante, ma conosciuta finora soprattutto dai diretti interessati. Abbiamo sentito la necessità di allargare il campo, di costruire connessioni più significative con Sarajevo, e allo stesso tempo di rendere visibile questa realtà sia nel territorio bosniaco, sia qui a Vicenza e nel Veneto. Da questa riflessione è nato un percorso: ci siamo chiesti cosa esisteva già, su cosa potevamo lavorare e così è uscito il Festival, un progetto che affianca all’impegno quotidiano anche una prospettiva culturale, consapevoli che i processi culturali sono lenti, ma profondi. Come ci ricorda Hannah Arendt: il male si diffonde rapidamente ma resta in superficie; il bene è lento, ma va in profondità».
“Vicenza Sarajevo per una Cultura di Pace” durerà tre giorni, dall’8 al 10 maggio, mentre tre sono le iniziative che anticipano il festival, una delle quali si è già svolta.
La Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza acquisterà nuovi titoli dedicati all’area della Bosnia-Erzegovina, pagati dall’Associazione Insieme per Sarajevo, con materiali bibliografici, audiovisivi e documenti sulla guerra civile del 1992-1996 e sulla cultura bosniaca: i titoli comporranno una bibliografia che potrà essere ricercabile da tutta la Rete bibliotecaria vicentina e riconoscibile come parte di tale progetto.
Il 6 maggio alle 21 invece andrà in scena il monologo di e con Fabio Valerio “Play the game. Una testimonianza sulla rotta balcanica”, a Monticello Conte Otto, all’interno della sala teatrale centro comunitario.
L’8 aprile scorso a Valdagno, si è tenuta invece la presentazione del libro “Bihac 2021 Play the game” di e con Fabio Valerio, a cui è seguito il concerto di chitarra classica con il maestro Giacomo Copiello.
Programma del festival
Il festival prenderà il via ufficiale giovedì 8 maggio, alle 20.30, nel salone del Palazzo Opere Sociali in piazza Duomo con l’incontro “Sarajevo nel mio cuore”: dopo l’introduzione del Presidente del Consiglio della Regione Veneto, Roberto Ciambetti, porteranno la loro testimonianza i giornalisti Giovanna Botteri, che durante il conflitto ha raccontato Sarajevo da inviata di guerra, Adriano Sofri e Gian Antonio Stella. L’incontro nasce per rileggere quella tragedia, ma anche per ragionare sulle prospettive di pace oggi.
Venerdì 9 maggio, alle 16.30, Mario Boccia presenterà il suo libro “La Fioraia di Sarajevo”, edito con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, in Biblioteca Bertoliana – Palazzo Cordellina, mentre alle 18 avverrà l’inaugurazione della sua mostra fotografica "Sarajevo 1992-1996. L’Assedio più lungo", a cura di Mario Boccia (Salone degli Zavatteri Basilica Palladiana). Boccia è stato infatti fotografo durante l’assedio di Sarajevo e ha documentato il periodo con immagini di grande impatto emotivo e storico.
La mostra rimarrà aperta dal 10 al 31 maggio, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17.30). Ingresso libero.
Per sabato 10 maggio il programma è molto intenso.
Al mattino (alle 10), presso l’Istituto Rezzara, è stato organizzato un incontro rivolto a tutte le associazioni italiane, soprattutto territoriali, attive nei Balcani e a tutti coloro che si occupano di migrazioni, diritti e pace. L’obiettivo è creare un momento di confronto, conoscenza reciproca e, se possibile, iniziare a costruire una rete di collaborazione.
Alla sera, alle 19.30 al Teatro Astra, ci sarà l’aperitivo teatrale con Carlo Presotto e Paola Rossi che presenteranno “Fiori rossi sulla pelle”, uno spettacolo nato negli anni ’90, che riprende vita oggi per riflettere – attraverso il teatro – su quella guerra e sulle sue ferite ancora aperte.
Alle 21, al Teatro Astra di Vicenza, ci sarà lo spettacolo Pazi Snajper con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani con tema centrale l’assedio di Sarajevo.
Programma: https://www.piccionaia.org/vicenza-sarajevo-per-una-cultura-di-pace/
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