Biblioteca Civica Bertoliana

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Risplendo non brucio

Risplendo non brucio

La neve è macchiata di sangue, attorno alla torre del castello di Kransberg. A pochi metri di distanza, il Führer è asserragliato in un bunker, preda di deliri e paure dopo l'attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo di pensare al poco spazio che lo separa dal dittatore, ultimo responsabile del suo internamento a Dachau. Il professor Adami ha un incarico: scoprire la verità che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Suicidio? O un complotto alle spalle di Hitler? Veil Seidel, l'ufficiale delle SS che lo ha prelevato d'imperio dal campo di concentramento, è un suo ex allievo e costringe Johann a una sfida contro il tempo: deve ricorrere a tutto il suo acume per sciogliere l'enigma, non solo nella speranza di salvare se stesso, ma per tenere al sicuro chi più ama. La neve è macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non è la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarà l'ultima. Ma individuare l'assassino è un'impresa impossibile quando la città stessa è invasa di assassini, che hanno riempito l'aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada è più che mai sola: non ha più suo padre, catturato dai nazisti perché dissidente e portato chissà dove. Non ha più un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga. Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacità mediche... e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa è una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità. Questa è la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l'anima perché la luce possa tornare a splendere...

Un'educazione sentimentale

Un'educazione sentimentale

Spinta dall'ostilità crescente del presidente Nasser verso gli ebrei, sul finire degli anni Sessanta la famiglia di André Aciman è costretta a lasciare Alessandria d'Egitto, abbandonando privilegi e ricchezza. Al molo di Napoli ad attendere André, sbarcato con un fratello più piccolo da tenere in riga e la madre sorda per cui deve tradurre ogni parola, è l'iracondo e avarissimo zio Claude, che vive a Roma già da anni e che affitta loro un improbabile appartamento in un quartiere popolare. Inizia così il racconto intimo e a tratti ironico con cui l'autore apre una finestra sulla sua eccentrica famiglia e sul periodo romano della sua vita. I mesi in via Clelia, caratterizzati dalla vergogna di doversi adattare a una vita umile, dalle fughe in biblioteca e dai pomeriggi nell'angusta cameretta dove affoga nei romanzi la nostalgia di casa, il senso di inadeguatezza e i dubbi sul futuro. Ma piano piano Roma gli rivelerà la sua bellezza e gli diventerà sempre più familiare: le corse in bicicletta a perdifiato per il centro storico, le tappe nelle librerie di fiducia, i pomeriggi a piazza di Spagna, le amicizie inaspettate. Soprattutto i baci, le serate al cinema, gli incontri fugaci e quelli rimasti sospesi, che proprio per questo hanno lasciato una scia di desiderio più intenso e struggente. E quando tutto sembra filare per il meglio (perfino l'amore!), sarà una lettera dell'Hunter College di New York a mescolare di nuovo le carte in tavola, e a portare André dove forse aveva sempre sognato.

La città e le sue mura incerte

La città e le sue mura incerte

Diciassette anni lui, sedici lei. Si sono conosciuti in occasione di un concorso letterario aperto alle scuole della circoscrizione. Lui ha sfidato la timidezza e le ha lasciato il suo indirizzo, proponendole di scambiarsi delle lettere. Non sopportava l'idea di non vederla più. Vivono in città diverse e non hanno un posto per sé: ai loro sporadici incontri fa da sfondo il paesaggio urbano - i giardinetti, l'orto botanico, la stazione -, passeggiano in riva al mare o lungo il fiume, sospinti dalla promessa del futuro. È l'incanto del primo amore. Durante le interminabili chiacchierate, lei comincia a raccontargli di una città circondata da mura altissime, con un bel fiume, tre ponti di pietra, una torre di guardia, basse colline, un orologio senza lancette che sovrasta la piazza principale, unicorni dal mantello dorato, invisibili uccelli notturni. Qui le persone conducono un'esistenza frugale, ma senza privazioni. In realtà la vera lei è lì che vive, gli confida. Quella davanti a lui è soltanto un'immagine sbiadita, un'ombra, che ha preso il suo posto. Nella città dalle alte mura lei lavora in biblioteca: dalle cinque del pomeriggio fino alle dieci di sera aiuta il Lettore dei sogni. Sarà lui a ricoprire quel ruolo, gli dice, perché possiede i rari requisiti richiesti per la misteriosa funzione. Nei mesi in cui si frequentano, lui annota ogni dettaglio di quel luogo segreto che conoscono solo loro, e che vanno costruendo insieme. Poi, all'improvviso, la ragazza scompare. Per ritrovarla, lui dovrà spingersi oltre lo spazio e il tempo e sconfiggere le temibili barriere che li separano. Ma solo chi lo desidera con tutto il cuore può superare le alte mura ed entrare finalmente nella città. Mondi dalle sfumature oniriche, chimere intrise di malinconia, enigmatiche suggestioni che rapiscono e incantano: "La città e le sue mura incerte" è immerso nelle atmosfere ipnotiche e rarefatte che hanno reso celebre Murakami Haruki. Eppure si rivela anche un romanzo ben radicato nella realtà, una profonda riflessione sullo scorrere del tempo, sul rimpianto di ciò che abbiamo perduto, sugli sconfinamenti della verità, sul senso della nostra esistenza.

Basta un filo di vento

Basta un filo di vento

Gregorio Bajocchi è un uomo di successo: esperto di finanza, avvocato, possiede la Conventina, un'azienda agricola di oltre mille ettari adagiata sulle colline tra Po e Appennino. La tenuta appartiene alla sua famiglia da sempre ma quando Gregorio l'ha ereditata, dopo la morte prematura di entrambi i genitori, aveva solo diciassette anni. A quel tempo, erano stati i contadini, lì da generazioni, a prendersi cura della proprietà consentendo all'azienda di prosperare e a Gregorio di studiare. Ormai adulto e in grado di occuparsi della Conventina, Gregorio sposa Cora, che conosce fin da ragazzo, dopo essere stato per un periodo legato a Emma, un'esuberante ragazza tedesca dalla quale ha avuto un figlio. Un fatto importante, però, mette scompiglio nella sua esistenza: una società straniera vuole acquistare l'azienda e trasformarla in un complesso turistico di lusso. La cifra offerta è consistente, ma che ne sarebbe poi delle famiglie che hanno sempre lavorato lì e della tradizione stessa dei Bajocchi? Dopo molte esitazioni, Gregorio decide di vendere, ma un nuovo avvenimento arriva a sconvolgere la sua quotidianità e quella di Cora. Emma, colpita da una forma precoce di demenza, in uno dei rari momenti di lucidità ha espresso il desiderio di tornare alla Conventina, l'unico luogo in cui si sia mai sentita veramente felice e amata da tutti. Ecco allora l'importanza del paesaggio, la natura che consola, l'amicizia che è prima di tutto accoglienza e quel filo di vento che, a volte, basta a cambiare una vita.

Tutta brava gente

Tutta brava gente

Tutti a Wakarusa, in Indiana, si ricordano del tragico caso di January Jacobs, la bimba di soli sei anni scomparsa una notte e ritrovata morta in un fosso qualche ora dopo. E Margot Davies non è da meno: lei, che aveva la stessa età e abitava nella casa di fronte, quella notte non l’ha mai dimenticata, anche perché January era la sua migliore amica. Ora, dopo molti anni, Margot è diventata una brava giornalista e anche se la vita l’ha portata lontano, è sempre tormentata dal ricordo dell’amica e dal pensiero che avrebbe potuto esserci lei al suo posto. Ma quando ritorna a Wakarusa – la solita cittadina di provincia, pettegola e soffocante – il passato la investe con tutta la sua prepotenza: un’altra bambina è stata uccisa in circostanze simili a quelle di January. Margot decide quindi di indagare. Ripercorre piste già battute in passato, raccoglie indizi e formula ipotesi, decisa a trovare il filo comune di quelle due storie, l’elemento mancante che potrebbe finalmente assicurare alla giustizia il colpevole. Nessuno le dà retta però. Anzi, tutti in città sembrano avere un segreto da custodire. E più Margot indaga, più resistenza incontra, e il mistero attorno a January si infittisce sempre di più. Cosa le costerà scoprire la verità? Trascinante e imprevisto, con colpi di scena travolgenti, "Tutta brava gente" è un romanzo percorso da una domanda ineluttabile e affascinante: di cosa sono capaci le persone quando nessuno le vede?vv

Figlia del temporale

Figlia del temporale

È il 1974, Hira ha tredici anni ed è appena rimasta orfana. Deve lasciare la sua città, Tirana, e la casa in cui è cresciuta per raggiungere gli unici parenti disposti ad accoglierla. La famiglia dello zio Ben vive in un villaggio sui monti nel Nord del paese, una piccola comunità di pastori che sembra cristallizzata nel tempo, dimenticata persino dal regime comunista che da trent'anni tiene in scacco l'Albania. Lassù si vive ancora secondo i dettami del Kanun, il codice tradizionale della montagna. Piano piano Hira si adatta alla sua nuova vita: dalla cugina Danja impara a fare il bucato al fiume e a occuparsi degli animali, dal cugino Astrit a orientarsi nel bosco e a camminare in silenzio per ore. Astrit ha smesso di parlare quand'era bambino, da allora si esprime a gesti e ogni tanto sale sulle montagne e sparisce per giorni. Per questo al villaggio lo considerano strano, una specie di animale selvatico. Crescendo, Hira e Astrit trovano una lingua tutta loro per capirsi, fatta di sguardi, carezze e morsi che a volte sembrano baci. Quando a Hira viene imposto un matrimonio combinato, sceglie l'unica via di fuga ammessa dalla legge della montagna: rinunciare alla propria femminilità e diventare una burrnesh, una vergine giurata. E così a vent'anni prende il nome di Mael: si veste come un uomo, lavora come un uomo, beve e fuma come un uomo. L'intero villaggio la tratta - e la rispetta - come un maschio. Diversamente dai maschi, però, deve rimanere sola e casta. Eppure sotto la pelle di Mael talvolta riaffiorano, ribelli e vitali, i desideri e le emozioni di Hira. A quanta parte di ciò che siamo possiamo rinunciare per inseguire una vita che ci appare più libera? E di cosa è fatta quella libertà se non possiamo essere noi stessi alla luce del sole? Come i suoi personaggi, Valentina D'Urbano non ha paura di oltrepassare limiti e confini, di farsi domande dolorose e di cambiare pelle per rimanere fedele a se stessa. Il risultato è un romanzo coraggioso sul corpo e il desiderio delle donne e sul bisogno che la società patriarcale ha da sempre di controllarli. E, al tempo stesso, la più travolgente delle sue storie d'amore.

La cattiva terra

La cattiva terra

In una fredda mattina di marzo del 1987 le nebbie del Veneto avvolgono un crimine sconvolgente. Un camionista viene trovato morto al volante del suo autocarro carico di rifiuti tossici. A far luce su questo misterioso omicidio viene chiamato il maresciallo Giovanni Piconese, un investigatore riflessivo e calmo, paragonabile a Maigret per il suo acuto intuito e la profonda comprensione della psiche altrui. Al suo fianco il fidato brigadiere Giacomo Zanella. Man mano che Piconese e Zanella si addentrano nel caso, si trovano di fronte a un intricato labirinto di ambiguità e inganni. Dietro la facciata prospera del Nordest si cela infatti un mondo oscuro, fatto di segreti e ambizioni sfrenate. Ogni indizio porta a nuovi sospetti e verità nascoste, rivelando connessioni con persone, luoghi e persino epoche passate. Emergono antiche storie e leggende che affondano le loro radici nei secoli e nella storia del territorio. Attraverso la lente di un'indagine poliziesca, questo avvincente thriller ci immerge nella complessa e contraddittoria realtà del Veneto degli anni '80. Un'epoca di grandi trasformazioni, in cui il miracolo economico nascondeva un lato oscuro fatto di corruzione, illegalità e sfruttamento ambientale. Anni in cui il desiderio di crescita a ogni costo stava mutando profondamente l'anima di quella regione. “La cattiva terra" appassionerà non solo gli amanti del genere, ma anche tutti coloro che sono interessati alla storia e alla società del nostro Paese.

Il Dio dei nostri padri

Il Dio dei nostri padri

Fino al tempo dei nostri nonni, gli uomini erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio, e la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio. Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con l’Inferno di Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende della storia e i capolavori dell’arte. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia da Giuditta a Ester; l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe; l’amore del cantico dei cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza dell’avvento di un messia che viene a salvare l’uomo e a farci risorgere a vita eterna, che per i cristiani è Gesù. Dopo averci condotto per mano lungo la storia millenaria dell’Impero Romano e aver mostrato come sia ancora viva e presente nei nostri giorni, Cazzullo invita il lettore in un entusiasmante viaggio nella Bibbia, facendoci vedere che è il più grande romanzo che sia mai stato scritto.

Due

Due

Bologna, tardo giugno dell’anno domini uno nove nove due: il vecchio Alex è l’ombra di se stesso. A ridurlo in ruina, la partenza per l’America di una ragazza diversa da tutte le altre: la soave Adelaide è ormai approdata in una remota contea della Pennsylvania, e resterà laggiù per l’intero anno scolastico. Come sopravvivere alla sua mancanza per dodici lune? Per fortuna ci sono gli amici. È l’anno dell’Europa unita e dei confini che cadono, l’estate perfetta per raggranellare denari e partire in interrail, incontro alla libertà. Frattanto, dall’altra parte dell’oceano, Aidi prende le misure al Nuovo Mondo e fronteggia un’inattesa solitudine. L’estate trascolora in autunno, arrivano il Natale e un anno nuovo dallo sghembo finale dispari. Nessuno dei due sa dimenticare l’altro, ma la nostalgia rischia di mandarli a fondo entrambi. La distanza è una condanna senza appello? Si può crescere restando fedeli a se stessi? Cosa si può raccontare e cosa invece va taciuto? Sono domande che tanto lui quanto lei si pongono, consegnando la propria voce all’archivio magnetico, alle pagine del diario e a lettere struggenti che impiegano tre settimane per arrivare a destinazione. Un giorno, forse, non serviranno più le parole; basterà tornare a guardarsi negli occhi e all’istante sarà tutto chiaro. A trent’anni dalla pubblicazione di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", uno dei più grandi bestseller della letteratura italiana, Enrico Brizzi ci regala un nuovo viaggio nel mondo di Alex e Aidi, i protagonisti che hanno emozionato tre generazioni di lettori. Cos’è successo dopo la loro separazione? La risposta è questo sorprendente romanzo a due voci, tenero e feroce come la stagione elettrica dei diciott’anni, con tutti i dolori, le domande e le sorprese che porta con sé.

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