“Vicenza e la montagna”, un mese dedicato alla cultura delle terre alte
Proiezioni dei più recenti film d’autore, presentazioni di libri e due mostre fotografiche nella quindicesima edizione del festival01/10/2024
Ritorna “Vicenza e la montagna”, il festival dedicato alla cultura delle terre alte. La manifestazione, giunta alla quindicesima edizione grazie alla collaborazione tra la sezione Club Alpino Italiano di Vicenza, la sezione Giovane Montagna di Vicenza, la Società Alpinisti Vicentini, l’associazione MontagnaViva di Costabissara, il sostegno del Comune di Vicenza e la collaborazione della Biblioteca civica Bertoliana, si terrà dal 3 al 31 ottobre, con una serata fuori rassegna il 19 novembre.
Il programma è stato presentato questa mattina a Palazzo Cordellina dal responsabile del festival Franco Pavan, alla presenza dell’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e del presidente della Bertoliana civica Bertoliana Alberto Galla. Erano presenti anche il presidente del Cai di Vicenza Maurizio Dalla Libera, il presidente della Società alpinisti vicentini Enrico Priante e il presidente della Giovane Montagna Giorgio Bolcato.
Anche per l’edizione di quest’anno, sostenuta dal Comune di Vicenza, si rinnova la collaborazione con la Biblioteca civica Bertoliana, che a Palazzo Cordellina ospiterà le due mostre fotografiche ad ingresso libero “La mia montagna”, di Mauro Panozzo, e “Terre Alte in Chiaro Scuro” di Maurizio Morbin.
Il festival propone inoltre quattro serate dedicate ad alcuni dei più recenti film di montagna al Cinema Patronato Leone XIII (in collaborazione con Trento Film festival 365) e cinque incontri con gli autori, con presentazioni di libri e filmati, tutti ad ingresso libero.
«Anche quest’anno il Comune di Vicenza – ha dichiarato l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – sostiene la proposta dei promotori del festival che ogni anno accende per un intero mese i riflettori sulla montagna. In un’epoca di cambiamenti climatici che stanno mettendo a dura prova il nostro pianeta, l’attenzione verso la natura trasmessa dagli eventi proposti da “Vicenza e la montagna” rappresenta un’occasione preziosa di riflessione anche per chi è meno avvezzo alla frequentazione delle vette».
«La Biblioteca Bertoliana – ha aggiunto il presidente Alberto Galla - rinnova con convinzione la collaborazione con “Vicenza e la montagna” ospitando due mostre fotografiche nelle sale al piano terra di Palazzo Cordellina: un’ulteriore testimonianza di apertura della biblioteca alla città e di collaborazione con le realtà culturali del territorio».
Le proiezioni e gli incontri
La XV edizione di “Vicenza e la montagna” prende il via giovedì 3 ottobre alle 20.45 nella Sala Polifunzionale Patronato Leone XIII con la serata “Respiro nell’aria sottile. Esperienze nelle terre alte”.
Il noto alpinista vicentino Giampaolo Casarotto racconterà i suoi viaggi nei quattro continenti, dalla Cordillera andina ai ghiacciai dell’Alaska, dall’Himalaya al Pamir per conoscere terre lontane, incontrare altri popoli, culture e religioni e respirare l’aria sottile dell’alta quota. In collaborazione con il Gruppo Rocciatori Renato Casarotto - Cai Vicenza.
La rassegna prosegue martedì 8 ottobre con la proiezione del film Un Pasteur di Louis Hanquet nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45, in collaborazione con il Trento Film festival 365.
Félix, un giovane pastore malinconico e riservato, conduce una vita sospesa, fuori dal tempo. Vive da solo e lavora con il padre per allevare il gregge di famiglia. Dall’autunno alla primavera si prende cura dei suoi animali, li nutre e li custodisce nelle fitte foreste di lecci delle prealpi francesi. In estate, lascia il padre e percorre più di duecento chilometri a piedi per condurre la mandria ai pascoli di montagna, fino alla valle dell’Ubaye, nelle Alpi dell’Alta Provenza. Lì, per lunghi mesi, lontano da tutto e da tutti, vive in un mondo fatto di rocce, inaccessibile, dove si aggira un essere invisibile: il lupo. Contro le convenzioni e la consuetudine del mondo contemporaneo, Félix ha scelto una professione che lo isola e lo tiene lontano dal mondo.
Il film si è aggiudicato la Genziana d’Oro Miglior Film - Gran Premio “Città di Trento” alle 72a edizione Trento Film Festival.
Giovedì 10 ottobre la rassegna si sposta nella sala consiliare del Comune di Longare (ore 20.45) dove l’architetto Lisa Iannascoli, da anni impegnata nel recupero dei terrazzamenti in abbandono, parlerà di “La bellezza dei manufatti in pietra a secco e lo stretto rapporto tra uomo e natura”.
La serata sarà dedicata alla promozione dei manufatti rurali del nostro territorio e non solo, che oltre a svolgere una funzione di protezione idrogeologica e agricola, rappresentano una possibilità di salvaguardia del patrimonio culturale contadino.
È prevista la proiezione del docu-film Manufatti in pietra di Michele Trentini con i commenti di Antonio Sarzo, concesso dall’Accademia della Montagna del Trentino.
Sarà inoltre presentato il corso introduttivo di costruzione di muri in pietra a secco, organizzato a Lumignano nel mese di novembre dalla Pro loco di Longare in collaborazione con il Cai di Vicenza.
Martedì 15 ottobre nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45, in collaborazione con il Trento Film festival 365, si proietta The Great White Whale, di Michael Dillon.
In mezzo all’Oceano Antartico, a metà strada tra l’Australia e l’Africa, un vulcano innevato, alto 2.745 metri, sorge dal mare come una Grande Balena Bianca. Per cinque volte la montagna ha tentato di uccidere il gruppo che per primo ha provato a scalarla. Eppure, ancora una volta levano l’ancora, navigando nelle acque più insidiose al mondo, questa volta con il leggendario Bill Tilman come capitano. Questa è la storia straordinaria di quelle spedizioni, raccontata da chi le ha vissute.
Alla 72a edizione Trento Film Festival il film si è aggiudicato il premio Mario Bello e il premio Genziana d’Oro Miglior Film di Esplorazione o Avventura - Premio “Città di Bolzano”.
Sarà Body of a line, un documentario animato di Henna Taylor, il protagonista della prima proiezione di martedì 22 ottobre, nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45, in collaborazione con il Trento Film festival 365.
Nel film Madaleine Sorkin intraprende un viaggio intimo e creativo per scalare la via su roccia sopra i 4000 metri più difficile del mondo: la Dunn-Westbay Direct sul Longs Peak (Neniisoteyou’u), in Colorado. Questo film, interamente girato in diretta, è un caleidoscopio di 7229 fotogrammi che unisce arte, musica e poesia. Un film di arrampicata unico nel suo genere.
L’opera è stata premiata con la Genziana d’Argento – Miglior Contributo Tecnico-Artistico alla 72a edizione Trento Film Festival.
La serata proseguirà con Les Vagabonds du Logan, un film di Mathieu Rivoire.
Con i suoi 5959 metri, il Monte Logan è la seconda vetta più alta del Nord America e una delle montagne più impervie del mondo. Per raggiungerla, Hélias Millerioux, Alex Marchesseau, Thomas Delfino e Gregory Douillard non hanno scelto l’opzione più semplice. La vogliono affrontare a piedi e con gli sci, in totale autonomia, con 80 kg a testa da trasportare per centinaia di chilometri, tra morene e ghiacciai scoscesi. Un’avventura totale, tra amici, in una natura ostile ma meravigliosa, raccontata in un film appassionante.
Giovedì 24 ottobre (Sala Polifunzionale Patronato Leone XIII ore 20.45) sarà dedicato alla presentazione del libro Sottocorteccia, un viaggio tra i boschi che cambiano, di Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani.
A seguito della tempesta Vaia di fine 2018, una minaccia incombe sulle foreste del Nord-Est. Si tratta del bostrico tipografo, un coleottero che attacca la specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l’abete rosso. L’insetto si è diffuso a macchia d’olio dopo il tremendo stress di quella notte, ma anche grazie all’inesorabile incedere del riscaldamento globale. Come ogni crisi, anche questa può nascondere opportunità. Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. In questo libro-diario, i due autori raccontano del piccolo coleottero che li ha fatt incontrare e del loro viaggio - che è anche un’amicizia - tra le Alpi. Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta. La prefazione del libro è di Marco Albino Ferrari.
Martedì 29 ottobre ( sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45) ritornano le proiezioni con il film Sauvage, Le Chamois, l’Aigle et le Loup, di Anne, Erik e Véronique Lapied.
Più che una lezione di storia naturale, questo film è un’ode alla natura. Tra adrenalina e poesia, offre il raro privilegio di trovarsi vicino a camosci, aquile, lupi e alle creature viventi che condividono il loro territorio. In equilibrio sul filo della vita, gli animali si incrociano, cacciano, raddoppiano l’ingegno e ascoltano l’istinto per affrontare la sfida più grande di tutte: vivere.
I “Lapied”, registi di fauna selvatica di montagna, regalano nuove storie di vita selvaggia con filmati eccezionali girati nell’arco di 10 anni sulle Alpi. “Les Lapied” è il nome dato a questa famiglia di cineasti che ogni anno realizza nuovi documentari di montagna.
Gli intrecci del fiume. Piccole trame in equilibrio variabile è il titolo del libro di Elisa Cozzarini presentato giovedì 31 ottobre nella Sala Polifunzionale Patronato Leone XIII alle 20.45.
Giornalista e scrittrice, attraverso la fotografia, la scrittura e l’audiovisivo Cozzarini si dedica al racconto dei luoghi fluviali, in particolare del Nordest.
Dal 2006 si occupa di ambiente e di acqua tra viaggi inchiesta sugli ultimi torrenti alpini e passeggiate d’acqua. Nel 2019 ha vinto il premio per la comunicazione e la sensibilizzazione della European Meteorological Society, con il progetto “Comunicare il cambiamento climatico”. Collabora con l’associazione culturale Cinemazero di Pordenone per le iniziative di sostenibilità ambientale, con Legambiente per il dossier Nevediversità. E’ attiva nel coordinamento nazionale tutela fiumi Free Rivers Italia.
Durante la serata sarà proiettato il cortometraggio Wild Summon - Richiamo selvaggio, di Karni Arieli e Saul Freed .
Dalle acque di un torrente tra le montagne emerge il corpo di un salmone stremato, rappresentato in forma umana. Inizia così tra fantasy e documentario, la storia di una femmina di salmone selvatico, che tra predatori e inquinamento, nuota per chilometri e chilometri, in una corsa per la sopravvivenza fino a raggiungere il mare, diventando parte essenziale dell’ecosistema. Voce narrante di Marianne Faithfull.
Vicenza e la Montagna si chiuderà con una data fuori rassegna, martedì 19 novembre, per la proiezione del film Gioventù sul Brenta, nella Sala Polifunzionale Patronato Leone XIII alle 20.45.
Si tratta dell’opera antologica sul gruppo dolomitico di Brenta, realizzata nel 1968 dal notissimo regista di montagna Severino Casara. Fotografia di Mario Bertagnin e Tommasino Andreatta.
In contrapposizione fra loro agiscono nel film due gruppi: tre giovani che rappresentano nella storia del Brenta i grandi alpinisti trentini Carlo Garbari, Pino Prati e Rita Graffer, e una comitiva di giovani beat.
Il film vede via via i tre alpinisti affrontare il Campanil Basso salendo infine alla Cima Tosa.
L’autore ha voluto onorare il grande alpinista Paul Preuss, facendolo rivivere nel giovane arrampicatore trentino Diego Baratieri nella pagina più avvincente di tutto il film: la ripetizione in solitaria e in libera della strapiombante parete Preuss al Campanil Basso.
Seguirà la presentazione del libro Immaginare il Veneto. Cinema e territorio nello sguardo di Mario Bertagnin, che Lucia Bertagnin ha dedicato al padre.
Daranno uno speciale contributo alla serata Opher Thomson, fotografo e regista, che svelerà i segreti della luce nella fotografia di montagna e Nicola De Benedetti, esperto in alpinismo storico ed eroico.
Le due mostre fotografiche a Palazzo Cordellina dal 17 al 31 ottobre
Giovedì 17 ottobre alle 20.30 a Palazzo Cordellina, sede della Biblioteca civica Bertoliana (contra’ Riale 12), saranno inaugurate le due mostre fotografiche che accompagnano il festival: La mia montagna di Mauro Panozzo e Terre Alte in Chiaro Scuro di Maurizio Morbin.
Le due esposizioni saranno visitabili ad ingresso libero nella Sala Caffetteria e nella Sala Udienze, al piano terra di Palazzo Cordellina, fino al 31 ottobre, da martedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato e domenica dalle 10 alle 18.
Gli autori
Mauro Panozzo
Fotografare la natura nel suo insieme con gli animali del bosco, gli uccelli nel cielo, i fiori e gli insetti, le albe e i tramonti ed ogni cosa che susciti interesse, è da sempre la più importante passione dell’asiaghese Mauro Panozzo.
Un desiderio di legame con la natura che ha la sua origine fin dai tempi in cui da ragazzo seguiva il padre quando andava a caccia e rimaneva estasiato per ore a guardare il creato in tutte le sue sfumature. Così ha pensato di acquistare una macchina fotografica con cui ha scattato le prime foto che hanno poi riscosso un buon successo
Nel corso degli anni sono arrivati i riconoscimenti da parte della critica e dalla collettività, ed è diventato un appassionato fotografo naturalista.
La mostra propone una serie di immagini spesso frutto di lunghe attese, indispensabili per riuscire a fissare l’incontro con ogni essere che vive nell’ambiente naturale.
Le immagini di Panozzo sono anche un invito al rispetto della Natura.
Maurizio Morbin
La passione per la fotografia di Maurizio Morbin, vicentino, nasce sui banchi di scuola nel lontano 1977, quando una professoressa illuminata propose un corso di fotografia e sviluppo in camera oscura in bianco e nero, utilizzando una macchina fotografica Zenith.
Negli stessi anni, grazie ai genitori, cresce in Morbin l’amore per la montagna che più tardi sfocia nella passione per l’arrampicata.
Le due passioni crescono parallelamente, anche se l’arrampicata ha presto il sopravvento.
Quando nell’età matura ritorna l’interesse per la fotografia, complice un incidente, Morbin riprende a camminare lungo i sentieri che aveva percorso chissà quante volte per andare all’attacco delle pareti, questa volta però con la macchina fotografica. E l’autore comincia a guardare l’ambiente montano in modo diverso, iniziando a seguire le nuvole, i loro giochi nel cielo, aspettando il momento giusto in cui creano movimenti di luci ed ombre sulle pareti. Mentre scatta, lascia lavorare la fantasia, immagina come sarà l’immagine in bianco e nero, con i bianchi delle nuvole, le ombre e le luci che s’impadroniscono delle pareti e dell’ambiente circostante. Terre Alte in Chiaro Scuro è questo: un piccolo viaggio tra le montagne.
Tutte le proiezioni, gli incontri con gli autori e le mostre sono ad ingresso libero.
Per informazioni
https://eventi.comune.vicenza.it
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